La cucina è sempre più green:
è il momento degli chef ecosostenibili
Mai come prima d’ora il tema della sostenibilità è considerato centrale e trasversale in tutti i settori, incluso quello della ristorazione.
Il settore dell’Ho.Re.Ca., colpita duramente dagli effetti della pandemia soprattutto nel 2020, ha rivalutato in toto la propria industria ridimensionandola alle nuove necessità dei consumatori: delivery, take-away, contactless e tecnologie digitali, ambienti in outdoor. Ma la rivoluzione non si è fermata qui, è andata oltre toccando anche aspetti etici più profondi. In una fase che, per forza di cose, vedeva ridotti al minimo storico trasporti e importazioni, è stato necessario comprendere che la globalizzazione non può essere una risposta, ma rivalutare le forniture su scala locale, valorizzando i piccoli produttori territoriali e i prodotti stagionali fa si, la differenza.
Ed è proprio in questo contesto che è emersa una nuova figura professionale, destinata a diventare sempre più centrale nel futuro: quella dello chef ecosostenibile.
I maestri della cucina mettono l’ecosostenibilità al centro
La filosofia dello chef ecosostenibile, non comporta soltanto l’utilizzo di prodotti locali, ma anche la promozione delle piccole aziende e del territorio, contribuendo in questo modo a un’economia circolare e sempre più green, che salvaguarda le imprese considerate fino a poco tempo fa considerate “minori”. Allo stesso tempo, non sono pochi gli chef ecosostenibili che hanno deciso di concentrare la loro attività esclusivamente su scala locale, puntando tutto su preparazioni enogastronomiche di altissimo livello.
Un esempio? Lo chef Antonio Chiodi Latini, che si considera prima di tutto un “cuoco delle terre” e che fa del rispetto dell’ambiente la prima delle sue priorità, proponendo straordinarie preparazioni a base “vegetale creativa”. L’ottica di Chiodi Latini è quella di una cucina etica, responsabile, sostenibile e circolare, che valorizza le produzioni rispettose dell’ambiente e riduce al minimo gli scarti.
Siamo ufficialmente entrati in una nuova era della ristorazione: quella del culto degli ingredienti nostrani e del territorio, provenienti da produzioni a KM0, che inquinano meno in termini di trasporti e packaging e risultano più gustose e salutari per il consumatore. In pratica, un’idea di gastronomia più etica e verde percepita persino dalla storicaguida Michelin, che da quest’anno premia con la sua nuova stella verde i ristoranti e gli chef ecosostenibili attenti alla tutela dell’ambiente e all’aspetto sociale delle loro produzioni.
Chef ecosostenibili nella realizzazione di cucine più etiche e green scelgono MEIKO
L’obiettivo di MEIKO è strutturare spazi di lavoro perfettamente organizzati ed efficienti, in cui tutti gli sprechi siano ridotti al minimo, le migliori soluzioni in termini di ergonomia e sicurezza d’impiego. La vera sostenibilità abbraccia tutti gli attori coinvolti: dai clienti che si vedono garantito il più alto grado di igiene, ai professionisti che possono operare in ambienti salubri e performanti, all’ambiente che viene tutelato al meglio lungo l’intera catena del valore.
Quali sono i ristoranti che hanno scelto la sostenibilità e qualità MEIKO?
- Lo chef stellato Matteo Baronetto e il Ristorante Del Cambio, il ristorante più elegante della più elegante città d’Italia; l’unico locale che dagli esordi serve in un piatto la storia d’Italia e di tutta Europa. Del Cambio ha scelto le lavastoviglie sottobanco con il trattamento ad osmosi inversa di Meiko per lavare bicchieri, calici e stoviglie. Il Modulo GiO Osmosi Inversa permette il lavaggio a osmosi in lavastoviglie grazie a un sistema modulare di filtraggio dell’acqua e che garantisce all’acqua una purezza dai minerali pari al 99%. Molto meno spreco di acqua, energia elettrica e prodotti chimici e un design sostenibile in acciaio inox durevole nel tempo e riciclabile.
Così come la demineralizzazione completa, un’unità di osmosi produce acqua quasi pura.
- Anche il Magorabin di Torino ha scelto Meiko. A Torino il Magorabin è l’uomo delle tenebre che spaventa i bambini nelle favole, dal 2003 è anche sinonimo di cucina contemporanea firmata dallo chef Marcello Trentini. L’attenzione al dettaglio di Magorabin si sposa perfettamente con la tecnologia di lavaggio Meiko, ecco perché hanno scelto di affidarsi alle lavastoviglie sottobanco con trattamento dell’acqua, per garantire ai propri clienti igiene, perfezione e sostenibilità. La cornice perfetta per i piatti dello chef del locale stellato di Torino.
Quando si tratta del lavaggio, c’è acqua e acqua. Una molteplicità di minerali disciolti nell’acqua ci rovina il risultato del lavaggio e crea, in fase di asciugatura, macchie brutte e disgustose di deposito sulle posate e stoviglie.
- Il Castello di Parella è il luogo in cui natura, scienza e bellezza si incontrano, dando vita ad un mondo sostenibile, rispettoso del pianeta e delle persone. Il castello di Parella ha scelto una lavastoviglie a capote Meiko, ha scelto quindi di portare nella sua area lavaggio ergonomia, affidabilità, riduzione dei costi e dei tempi e pieno rispetto delle norme di igiene e di sicurezza. Il concetto di ergonomia della lavastoviglie a capote Meiko tutela la salute del personale, riduce il tempo speso per le operazioni di lavaggio e crea posti di lavoro più ergonomici.
Da sempre attenta all’aspetto della sostenibilità ambientale e alle soluzioni e tecnologie che rispettano il pianeta, riducendo al minimo il loro impatto, anche MEIKOsupporta la filosofia degli chef sostenibili con le sue soluzioni di lavaggio evolute, mirate a strutturare ambienti-cucina ad altissima performance, ergonomici, salubri e sicuri per il personale.